Opera eseguita a carboncino del nostro Bruno Pollacci in ricordo di una tra le più grandi poetesse italiane che nasceva il 21 marzo 1931, a Milano.
Il 21 marzo 1931, a Milano, nasceva Alda Giuseppina Angela Merini, nota poetessa, scrittrice e aforista italiana. La sua infanzia fu segnata da difficoltà familiari, in particolare da contrasti con la madre. Nonostante ciò, Merini eccelse negli studi elementari. In seguito, frequentò tre anni di avviamento professionale presso l’Istituto Professionale Femminile, un percorso non di sua scelta ma imposto dalle circostanze. Tentò l’iscrizione al Liceo Ginnasio, ma non superò l’esame di italiano necessario per l’ammissione. Parallelamente, coltivò il suo talento per il pianoforte e iniziò a scrivere poesie. La sua prima opera poetica fu recensita a 15 anni dal critico letterario Giacinto Spagnoletti, ma il riconoscimento non fu ben accolto in famiglia: il padre stracciò la recensione, scoraggiandola dal perseguire la sua passione.
A 17 anni, Merini fu ricoverata per la prima volta a causa di disturbi mentali, iniziando un lungo e difficile percorso con la malattia bipolare e la terapia psicoanalitica. Nonostante le sfide, a 19 anni vide pubblicate due sue poesie nell'”Antologia della Poesia Italiana Contemporanea” e, su suggerimento di Eugenio Montale, a 20 anni Giovanni Schiwiller incluse due sue opere in “Poetesse del Novecento”. Fu amica del poeta e scrittore Salvatore Quasimodo e, a 22 anni, pubblicò “La Presenza di Orfeo”, il suo primo volume di versi, seguito da altre pubblicazioni monografiche.
Merini si sposò e ebbe due figlie, ma tra il 1964 e il 1972 fu internata all’Ospedale Psichiatrico Paolo Pini. Durante brevi periodi di ritorno in famiglia, ebbe altre due figlie, che furono date in affido. Dalla fine degli anni ’70, Merini riprese a scrivere, raccontando l’intensa e travagliata esperienza vissuta in ospedale e ottenendo il Premio Librex Montale.
Gli anni ’80 furono segnati da difficoltà professionali e problemi di salute mentale, con frequenti ricoveri. Tuttavia, dagli anni ’90 in poi, Merini riacquistò serenità e attenzione letteraria, ricevendo numerosi riconoscimenti e pubblicando opere che la consacrarono come una delle poetesse più significative d’Italia. Negli anni 2000, le sue opere continuarono ad essere pubblicate da prestigiose case editrici e ricevette ampio riconoscimento dai mass media. Merini morì nel 2009, a causa di un tumore osseo.
Questa mia opera eseguita a carboncino, che fece parte della mia mostra personale allestita nel 2020 al Festival di Libri, Cultura e Arte “Lucca Città di Carta”, presso il “Real Collegio” di Lucca, è in suo omaggio e memoria.
Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa