Photo credits: Bruno Pollacci
Ricordo del grande pittore, che fu anche incisore, designer e scenografo
Il 1° Marzo del 1963, il rinomato pittore Felice Casorati, noto anche per il suo lavoro come incisore, designer e scenografo, si spegneva a Torino. Nato a Novara nel 1883, Casorati intraprese il percorso artistico nel 1901, durante un soggiorno riposante sui Colli Euganei, seguito a un periodo di esaurimento nervoso. Fu in questo contesto che iniziò a dipingere, affinando in seguito la sua tecnica sotto la guida del pittore Giovanni Vianello. Pur avendo conseguito una laurea in Giurisprudenza, Casorati scelse di dedicarsi interamente alla pittura, distinguendosi rapidamente per la sua abilità e qualità artistica. Tra il 1907 e il 1910, il suo talento gli valse l’invito a partecipare a diverse edizioni della Biennale di Venezia.
Dal 1911 al 1915, Casorati visse a Verona, dove, insieme ad altri artisti, fondò la rivista “La Via Lattea”, sulla quale furono pubblicate alcune sue illustrazioni in stile Art Nouveau. Nel 1917, si trasferì a Torino, diventando presto una figura centrale nei circoli intellettuali della città. Qui aprì uno studio che fungeva anche da scuola di pittura e organizzò mostre con i suoi allievi. Nel 1924, gli fu dedicata una mostra personale alla Biennale di Venezia. Tra il 1923 e il 1925, Casorati realizzò il progetto di restauro del Teatro di Torino, e nel 1927 partecipò alla “III Biennale delle Arti Decorative di Monza”. Fu inoltre invitato a partecipare alla mostra del “Novecento Italiano” nel 1926 e nel 1929, alla “Quadriennale di Roma” nel 1931 e progettò l’atrio della Mostra dell’Architettura per la Triennale di Milano nel 1933. Nel 1938, vinse il “Gran Premio per la Pittura” alla “XXI Biennale di Venezia” e ricevette riconoscimenti internazionali in importanti mostre a Pittsburgh, Parigi e San Francisco verso la fine degli anni ’30.
La pittura di Casorati si caratterizza per la sua capacità di valorizzare forma, piani e volumi attraverso l’uso di colori tonali non realistici. Le luci e le ombre in sue opere svolgono un ruolo cruciale nel sottolineare la plasticità delle forme, creando un’atmosfera sospesa e quasi fantastica, sebbene l’origine precisa di queste luci rimanga spesso indefinita.
Dal 1933 al 1954, Casorati si dedicò anche alla scenografia, firmando le opere per 21 spettacoli, alcuni dei quali furono commissionati dal Teatro alla Scala di Milano e dal Teatro dell’Opera di Roma. Nel 1941, gli fu assegnata la cattedra di pittura all’Accademia Albertina di Torino, di cui in seguito divenne direttore. Tenne una mostra personale alla Biennale di Venezia nel 1952 e nel 1955 contribuì al lancio della Fiat 600 con un’opera di grandi dimensioni che ne celebrava l’innovazione e il simbolismo per la Torino industriale.
Questa mia opera a carboncino è in suo omaggio e memoria.
Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa