Amedeo Modigliani, Autoritratto (1919), olio su tela, 100x65cm – Courtesy MAC USP Collection Museo di Arte Contemporanea da USP Collection, San Paolo – Brasile
Un grande progetto scientifico per celebrare i primi dieci anni di vita del museo e uno degli acquisti più clamorosi di Alberto Della Ragione. Dal 23 marzo è possibile ammirare l’unico Autoritratto dipinto da Amedeo Modigliani, una tra le opere più valutate al mondo, giunta a Firenze in occasione della mostra Ritorni. Da Modigliani a Morandi, che vede riunite per la prima volta diciannove opere di grandi maestri del Novecento italiano appartenute ad Alberto Della Ragione.
Assieme al mitico Autoritratto di Modì, saranno esposte la Natura morta metafisica di Morandi, La Camera Incantata di Carrà e la grande Crocifissione di Guttuso, tutti prestiti di inestimabile valore storico artistico giunti dai grandi musei italiani e stranieri.
“Un grande progetto per celebrare i primi dieci anni di vita del Museo Novecento – ha detto la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini – attraverso un viaggio inedito nei capolavori del secolo scorso, a partire dall’atteso Autoritratto di Modigliani fino a opere iconiche di Morandi, Carrà e Guttuso. La narrazione intorno alla collezione di Alberto Della Ragione offre uno sguardo sul mecenatismo coraggioso e sul gusto collezionistico che ha plasmato una delle raccolte più importanti del Novecento. Un’occasione imperdibile per celebrare la cultura e l’eredità artistica della nostra città, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi nella storia dell’arte italiana del Novecento”.
“Un magnifico regalo per i dieci anni del Museo Novecento: con la mostra Ritorni. Da Modigliani a Morandi sbarcano diciannove capolavori di arte italiana del primo Novecento – ha detto Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento – Nel 2018 al mio arrivo alla direzione di questo museo avevo sognato di riunire al nucleo principale della collezione Alberto Della Ragione una serie di opere dalle quali l’ingegnere nel tempo si era separato, e che poi sono state acquisite, per vie diverse, in alcuni dei principali musei d’Italia e del mondo dove, ancora oggi, si trovano conservate. L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla preziosa collaborazione e cura di Chiara Toti ed Eva Francioli, che hanno tessuto i rapporti con i tanti prestatori, tutti coinvolti e convinti a sostenere un progetto di importante valorizzazione dell’attività di collezionista di Alberto della Ragione, uno dei maggiori del nostro Novecento. L’ampiezza dei ritorni testimonia il grado altissimo di credibilità e di autorevolezza raggiunta dal museo. Volevamo offrire alla città forte emozione, e la possibilità di approfondire la conoscenza di un percorso estremamente significativo della cultura del ventesimo secolo che ha visto coinvolti in stretto sodalizio gli artisti e il loro mecenate. Sono opere che meritano pagine intere di manuali di storia dell’arte, luminose apparizioni nutrite di sperimentazione e audacia creativa. Diamante purissimo tra tutte queste perle è l’unico autoritratto dipinto da Modigliani, che non si vedeva in Italia dal 1946 e eccezionalmente prestato dal Museo di Arte Moderna e Contemporanea di San Paolo in Brasile. Lascia poi senza parole la bellezza ermetica de La Camera Incantata di Carlo Carrà, in prestito dall’Accademia di Brera, che personalmente ritengo una delle opere più importanti del novecento italiano, alla pari della grande Crocifissione di Renato Guttuso, in prestito dalla Gnam, Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, e Natura morta con ventaglio di Soffici, che trasuda di quella libertà espressiva e formale tipica delle avanguardie del primo novecento. Farei un torto a non citare tutti gli altri capolavori di questa mostra e tutte le istituzioni che l’hanno resa possibile, ma lascio ai visitatori il gusto di soffermarsi su ognuno di questi fino al 15 settembre, giorno di chiusura della mostra”.
“È davvero unico il nucleo di capolavori che il Museo Novecento riunisce nella mostra Ritorni. Da Modigliani a Morandi: veri e propri capisaldi dell’arte italiana della prima metà del XX secolo, tutti appartenuti un tempo ad Alberto Della Ragione, fondamentali per mettere a fuoco quel sistema di valori estetici ed etici da lui promosso con forza e generosità – ha detto Chiara Toti, curatrice della mostra – Collezionista raffinato, fu tra i primi a dedicarsi negli anni Trenta del XX secolo all’acquisto di opere di arte moderna, contribuendo al rinnovamento del gusto degli italiani ancora fermo alla pittura dell’Ottocento. In pieno conflitto mondiale, all’inizio degli anni Quaranta, si rivolse invece alle nuove leve della creatività e da confidente e munifico finanziatore di Guttuso, Birolli, Santomaso, Vedova ebbe il merito di sostenere il dibattito artistico che diverrà cruciale nel dopoguerra. Nel 1970 la donazione al Comune di Firenze suggellerà la vocazione engagé del suo collezionismo, offrendo la raccolta alla pubblica fruizione. Il Museo Novecento non poteva dunque festeggiare in modo migliore i suoi primi dieci anni se non ridando voce stentorea alla sua raccolta più rappresentativa, esposta dal 2014 in una selezione di eccellenza. Un traguardo inimmaginabile, reso tale dalla determinata volontà del direttore Sergio Risaliti, di Eva Francioli, da tutto lo staff del Museo Novecento, nonché dalla generosa disponibilità dei prestatori”.
La mostra, che si articolerà negli ambienti attigui a quelli che abitualmente ospitano le opere della Collezione Permanente, consentirà di gettare nuova luce sulle ricercate scelte di Alberto Della Ragione (Piano di Sorrento, 1892 – Santa Margherita Ligure, 1973) e di ricostruire le complesse vicende che hanno condotto alla formazione di una delle più importanti collezioni private del Novecento, presentando, tra gli altri, capolavori non visibili sul territorio italiano dal secolo scorso.
Grazie ad un progetto dalla lunga e delicata gestazione, il Museo Novecento si propone infatti di riunire, accanto alle opere generosamente donate da Alberto Della Ragione alla Città di Firenze, alcuni dei capolavori transitati dalla sua collezione prima dell’importante atto di donazione del 1970, pochi anni dopo l’alluvione di Firenze nel 1966.
La mostra prevede l’arrivo di opere firmate da alcuni tra i più grandi maestri italiani del Novecento, attualmente conservate in prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane e estere. Assieme a importanti composizioni metafisiche di Giorgio Morandi e Carlo Carrà e a celebri opere di artisti umanamente e economicamente sostenuti da Della Ragione, come Renato Guttuso e Renato Birolli. Grande protagonista della mostra sarà indubbiamente il celebre Autoritratto di Amedeo Modigliani, l’unico esistente al mondo, vera e propria icona dietro la quale si nasconde una delle figure più importanti e amate del Novecento.
Oggetto di grande interesse da parte del mercato e del collezionismo sin dagli anni Trenta, oggi parte delle raccolte del Museu de Arte Contemporânea da USP di São Paulo in Brasile, il capolavoro di Modigliani, annoverato tra le opere moderne più preziose al mondo, arriva a Firenze al Museo Novecento dopo circa ottanta anni dalla sua uscita dalla Raccolta Della Ragione. Il dipinto, acquistato dall’ingegnere nel 1938, fu infatti molto probabilmente rivenduto intorno al 1944: una decisione molto sofferta per l’ingegnere navale, che nell’agosto di quello stesso anno confidava a Birolli le ardenti motivazioni che lo avevano indotto a compiere il doloroso passo. “Circa la cessione del Modigliani – scriveva Della Ragione – sono sicuro anch’io che mi pentirò, ma è proprio questa certezza che nobilita il sacrifizio fatto non per me ma per coloro i quali hanno diritto di poter contare su di me checché avvenga”.
Attraverso questa vendita, Alberto Della Ragione cercò infatti di recuperare le risorse necessarie per sostenere artisti più giovani e sperimentali. La presentazione del celebre dipinto consentirà quindi non solo di ricostruire la fortuna critica dell’opera, e di evocare la vita e la carriera di Modì, ma anche di interrogarsi sull’appassionata compartecipazione del collezionista e mecenate alle vicende personali e professionali dei pittori e scultori a lui vicini. Alcuni di questi artisti sarebbero rimasti, come presenze costanti, all’interno della collezione. Ne restano, a testimonianza, le stesse opere donate a Firenze da Alberto Della Ragione per la costituzione di un Museo Internazionale di Arte Contemporanea che risarcisse simbolicamente i danni subiti dal patrimonio storico-artistico della città durate l’alluvione del 1966: un nucleo straordinario che comprende duecento quarantuno opere, “frutto di una vita di intensa passione”, che fu donato “quale attestazione di affetto per Firenze”.
Tra tutti merita citare, per il suo ruolo di primaria importanza, Renato Guttuso, autore della celebre Crocifissione oggi conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e giunto in prestito grazie alla speciale collaborazione con il museo. La Crocifissione fu acquistata da Alberto Della Ragione e da questi restituita, intorno al 1959, allo stesso artista, che del collezionista ricordava: “Seppe darci ciò di cui avevamo bisogno: la fiducia e l’amicizia, viveva con noi della stessa passione, si bruciava della stessa fiamma”.
Animato da un’intensa passione per il bello e le nuove sperimentazioni figurative, Alberto Della Ragione rimane ancora oggi un esempio indiscusso di mecenatismo coraggioso e di raffinato collezionismo. I suoi gusti, originariamente orientati verso la pittura italiana del secondo Ottocento, subirono un radicale cambiamento in seguito all’incontro sconvolgente con l’arte contemporanea, suggellato dalla visita alla Quadriennale di Roma del 1931. Della Ragione decise così di collezionare opere novecentesche, rispondendo all’istanza etica “di non passare ad occhi chiusi tra l’arte del proprio tempo, ma di dare all’opera dell’artista vivente il legittimo conforto di una tempestiva comprensione”.
Inizialmente orientato verso i nomi già noti dell’arte italiana, in seguito si indirizzò decisamente verso artisti più giovani, spesso rifiutati dai galleristi perché ritenuti troppo sperimentali, oppure trascurati dalla critica ufficiale per ragioni politiche. Alle opere dei maestri di Valori Plastici e del Novecento italiano si affiancarono le creazioni del gruppo Corrente e della Scuola Romana, che generarono un radicale cambio di rotta nella collezione. Prese così progressivamente corpo una collezione d’eccezione, ampiamente rappresentativa dell’evoluzione dell’arte italiana fra le due guerre, che si alimentò delle frequentazioni dell’ambiente milanese e genovese.
A testimoniare questo cambiamento di gusto fu la Mostra delle collezioni d’arte contemporanea di Cortina d’Ampezzo del 1941, dove la Raccolta ottenne il primo premio proprio per la presenza delle nuove generazioni dell’arte italiana.
Grazie alla mostra Ritorni. Da Modigliani a Morandi, sarà pertanto possibile sondare in maniera più dettagliata le traiettorie del gusto che hanno ispirato, negli anni, le scelte di Alberto Della Ragione, protagonista di una stagione straordinaria della storia dell’arte e del collezionismo nel nostro Paese. E sarà l’occasione per ammirare alcune opere di luminosa e misteriosa bellezza, frutto del genio italiano.
Info:
https://www.museonovecento.it/mostre/ritorni-da-modigliani-a-morandi/