GILDA PANTULIANO

Rino Mele in dialogo con Laformadelleonde di Gilda Pan a Salerno

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di Nunzia Giugliano

Nunzia GiuglianoIl 13 dicembre alle ore 18:00, presso la libreria Imagine’s Book, in corso Garibaldi 142, a Salerno, il professore Rino Mele, in dialogo con la giornalista Luciana Mauro parlerà della complessa ricerca dell’artista salernitana Gilda Pantuliano, presente all’evento insieme a Stefania Spisto, presidente de Il quaderno edizioni.

L’artista, presente alla 60esima Biennale di Venezia, Padiglione Grenada come membro del collettivo The perceptive group, nonché vincitrice con il progetto Art éco del primo bando pubblico indetto e finanziato dal Comune di Napoli nell’ambito della programmazione di arte contemporanea 2024, di cui Rino Mele nel catalogo Laformadelleonde, edito da Il quaderno, scrive «artista dall’esasperata razionalità […] dipinge ciò con cui dipinge, e che ci chiede di “vedere” […]», apre riflessioni al pensiero non ancora ‘in essere’ se non ad una logical vision di un segno verbale strappato all’oblio dei sensi. L’oggetto libro, citato da Mele in termini di «È una presenza che – come tutto ciò che ha avuto vita – invecchiando si trasforma […]», è il ‘fatto’ interessante se inserito in un preciso ordine di realtà. Lo scollamento tra significato e significante si pone come l’impronta corporea dell’analisi linguistica pantulianiana, l’intervallo tra l’essere stato e il divenire in essere plasma l’ image concept che permette a Gilda di entrare nella narrazione, farne propria la comprensione e, senza snaturarne il significato, dare corpo ad un significante di realtà autonoma discosto dalle convenzioni a cui l’occhio è abituato, suggerendo consistenza della traccia primordiale da cui tutto ha avuto origine.

L’indagine dell’artista, intrigante e suggestiva anche nella creazione/costruzione fisica delle opere – protagoniste di una piramide temporale anacronistica -, viene magistralmente sviscerata dalla penna del Professore Mele, che, nel decodificare tale cifra stilistica pone l’accento anche sul modus operandi dell’elaborazione didascalica «La stessa didascalia è figura. […] abbandona il ruolo di commento e diventa il profilo del testo, il senso nascosto. […]».

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