Salvatore de Pasquale incanta Ostuni
Autore di brani musicali, programmi televisivi, teatro, opere d’arte, firmate col nome d’arte Depsa
Intervista a braccio
di Vitantonio Marasciulo
Un grande artista ha nobilitato in questi giorni l’arte e la cultura ad Ostuni. Alla mia città suggerisco di fissare quanto prima un appuntamento per un eventuale mostra delle sue opere a Monopoli. Lui è Salvatore de Pasquale, Depsa in arte, nativo di Portici. A molti questo nome, soprattutto fra i giovani, non dirà quasi niente. E’ invece uno dei più grandi autori italiani nel mondo della musica e della televisione. 70 anni, l’ho incontro nella città di Ostuni. L’occasione propizia è la mostra a lui dedicata “Please, Peace! Scambiamoci un sogno di Pace”, inaugurata il 13 giugno scorso presso la chiesa dello Spirito Santo della città bianca entro cui sono rappresentate fino al 19 giugno, diverse opere di disegno in chiaroscuro, in particolare ritratti e volti, passione che coltiva pienamente negli ultimi 10 anni. Stiamo parlando di un grande artista poliedrico, fervida mente spiccatamente creativa da dare forma e vita a brani scritti e musicati di cantanti di grido, come Peppino di Capri con “Champagne”, Totò Cutugno con “Gli Amori”, Ray Charles con “Good love gone bad”, Anna Oxa con “Storie”, Zucchero, Celentano, Renzo Arbore, Roberto Murolo, Raffaella Carrà, Albano e Romina Power, Andrea Bocelli e tanti altri nomi di rilievo, in una parola, oltre 3000 canzoni composte. Ha firmato ben 22 partecipazioni al Festival di Sanremo, vincendone 2, sfiorando in molti altri il podio. E 10 partecipazioni allo Zecchino d’Oro. E’ autore di numerose trasmissioni e sigle per la RAI e per Mediaset. Tra i programmi TV da lui firmati, “La Corrida”, “Il Pranzo è servito”, “C’è posta per te”, “Scherzi a parte”, “Stranamore”, “Buona Domenica”. Ha vinto la bellezza di ben 9 Telegatti.
Insomma ragazzi, un mostro della televisione italiana e della canzone italiana, fra i più grandi in Italia. Ha finanche realizzato opere teatrali. Oggi si dedica a tempo pieno al disegno figurativo, suo amore in età giovanile. Dicevamo innanzi, di aver avuto il piacere di fare la sua conoscenza, grazie all’invito del mediatore e organizzatore d’Arte, Ruggero Cairo, presidente dell’associazione “Espressioni d’Arte”, organizzatore dell’evento, patrocinato dal comune di Ostuni, dall’Arcidiocesi Brindisi-Ostuni, dal Rotary Ostuni Valle d’Itria Rosa Marina, dal Meic e dall’Aifo.
C’è stato subito con lui un immediato contatto. Gli faccio: “Complimenti! Di quei volti ritratti in chiaroscuro in mostra (vedi foto) saltano agli occhi gli sguardi che affondano senza filtri nel sentimento del visitatore; occhi che si fanno voce, parlano mille linguaggi, sono fonte di saggezza, sacrificio, povertà, indigenza, dolore”. Lui annuisce con un leggero e sincero sorriso. Lo scambio si approfondisce, ma non c’è tanto da dire, perché dell’autore napoletano, laureato in legge, parlano da sé i fatti e i riconoscimenti.
Un campo da conoscere, invece, che rimane scoperto, è il suo animo. Nel guardarlo percepisco in lui una luce di un artista che nella vita n’ha viste tante, insomma, uno sguardo disincantato, ma allo stesso tempo striato da una luce che incuriosisce, un misto di nostalgia e rabbia. Strano si dirà, un uomo di così tal calibro.
Dicevamo dell’anima, quei disegni così espressivi e liberanti, posti in mostra, sono infatti la cartina di tornasole del suo bagaglio etico e morale, già posti in scrittura e in musica con i brani musicali e con i programmi televisivi. Quei volti esprimono la fragilità e la grandezza dell’uomo, grandezza che si fa tale grazie proprio alle offese della vita. Per inciso, in mostra sono esposti ritratti dei volti dei papi, volti disegnati in maniera impeccabile, tale da essere stati esposti in un evento in Vaticano.
Gli chiedo come elabora le sue opere? “Sono immagini che provengono dall’interno. Li elaboro partendo proprio dagli occhi, per sviluppare poi gli altri particolari”.
Perché Ostuni? “E’ una città che amo, vengo soprattutto d’estate, vorrei stabilirmi e vivere qui”.
Nel guardarti percepisco una qualche zona d’ombra che mi pone in una atmosfera neutra. E’ d’accordo?
Mi risponde a metà, quasi come a voler nascondere una reazione che tiene repressa e che vorrebbe esternare. La presa in carico della domanda non trova dunque una risposta diretta, libera e liberante. In altri termini mi fa capire che il mondo oggi gira al contrario, non c’è un discernimento sano e genuino dei valori essenziali, attraverso cui la luce, quella vera, si impone. Come a volermi comunicare che oggi anche le pulci diventano re e tutto si scolora nella mediocrità.