Il valore ancora dinamico dell’arte figurativa nell’epoca contemporanea
di Ruggero Cairo
Si parla tanto di incompatibilità tra figurativismo e contemporaneità, ma è proprio così? Ho motivo di ritenere che l’arte è sempre stata contemporanea, ovviamente rispetto al momento storico in cui si è sviluppata, Michelangelo era un artista contemporaneo nel Cinquecento e questo vale anche per Caravaggio nel Seicento, il Canaletto e Giambattista Tiepolo nel 700 e così via.
L’arte figurativa, a differenza dell’arte astratta, è volta a riprodurre la realtà, eventualmente anche in forma reinterpretata o distorta, ma in modo riconoscibile e le opere di Gledia Gigante, esposte presso la Chiesa dello Spirito Santo di Ostuni rappresentano soggetti identificabili, ma con un senso di creatività che la porta a riprodurre nature morte, volti e profili, rielaborati con un approccio innovativo che la spinge lentamente nell’arte contemporanea.
Un esempio significativo alla sua immaginazione libera è la “Maternità, in cui l’autrice introduce nella sua arte figurativa il “concetto” del tempo ciclico della vita segnalato al visitatore da un orologio digitale che segna le 00:00 e che rappresenta l’eterno ritorno dell’uguale con l’inizio di una nuova vita.
Attualmente viviamo in un periodo storico controverso, dove l’arte tradizionale è considerata da molti inattuale e, proprio per questo artisti come Gledia Gigante, coscienti che la sperimentazione nell’arte porta ad un continuo divenire, si sono messi a cercare nuove strade senza rinunciare alla tradizione.
La nostra autrice riesce ad indagare le contraddizioni e le fragilità della psiche umana con immagini ricche di contrasti tra luci ed ombre sempre ben dosati che, attraverso il nostro tempo, mettono in atto uno stravolgimento delle tecniche e delle iconografie della tradizione.
Riuscire a non realizzare qualcosa di già visto e a trasmettere artisticità, senso poetico e comunicativo… non è scontato.